sabato 14 marzo 2020

Recensione "Asunder" di Jodi Meadows

Diaspro.
Come detto nella scorsa recensione, ecco anche quella di Asunder, secondo volume della trilogia Incarnate. A differenza del primo e del terzo, mi ci è voluto davvero tanto per finirlo per svariati motivi che vi dirò nella recensione. Penso comunque che se anziché una trilogia fosse stata una dilogia sarebbe stato meglio, ma spieghiamo bene il perché.

Titolo: Asunder

Titolo originale: Asunder

Serie: Newsoul

Volume: Secondo

Autore: Jodi Meadows

Genere: Fantasy

Sottogenere: Romance, Distopico

Anno: 2013


Sinossi: As a Newsoul, Ana has always felt alone. Some residents of Heart are afraid of Ana's presence, a constant reminder of unstoppable change and the unknown. When the people turn violent, Ana must learn to stand up not only for herself, but also for those who cannot stand up for themselves.


Recensione

A dire la verità, abituata alla scorrevolezza del primo volume, Incarnate (Chrysalis), ho iniziato questo libro convinta di divorarlo, eppure mi ci sono voluti MESI (esatto, avete capito bene) per trovare la voglia di finirlo.
Ana è un personaggio che rimane fedele a sé stesso, ma allo stesso tempo cambia, cresce, diventa egoista. Non sto dicendo che la protagonista debba essere sempre nobile, anzi questo è un tratto che la contraddistingue e la rende più umana, ma delle volte la cosa mi ha infastidita, e ora spiegherò il perché.
Se nel primo volume la cosa che più avevo apprezzato era stato il suo rapporto con Sam, qui è l’esatto opposto. I due non convivono più in un equilibrio che permette loro di sostenersi a vicenda e farsi forza in situazioni difficili, bensì il loro rapporto degenera e Sam diventa l’ombra di ciò che era: vediamo quindi un’anima vecchia 5000 anni a fare da cagnolino alla nuova arrivata. Sam è sempre lì a sostenere Ana, non importa le idee improbabili e impossibili da capire che le vengono, a trovarsi sempre d’accordo con lei (a meno che non sia qualcosa che va a discapito della sua salute) e a non avere un’opinione propria di tutto ciò in cui lei lo sta trascinando, che non è cosa da poco. Infatti a causa di ciò si vede costretto a rinunciare ad alcune cose e perderne di conseguenza altre, ma nessuno si pone mai il problema di ciò che lui possa pensare. Questa questione infatti si riflette un po’ anche su altri personaggi, che di conseguenza qui perdono spessore, ma il più piatto è appunto Sam. Ciò che è peggio è che lui è sempre lì a ricoprire il ruolo di cagnolino e nel momento in cui gli serve appoggio, lei continua a pensare a se stessa e a cosa è meglio per lei.
Anche alla fine, questo egoismo si manifesta in una situazione toccante che non ha molto a che fare con Sam, ma qui l’ho trovato appropriato perché la protagonista stessa lo riconosce, e ciò rende la particolare scena più verosimile.
A parte ciò, il problema di questo libro è stato maggiormente la piattezza che l’intera storia mantiene tutto il tempo, salvo qualche capitolo alla fine. Infatti per un buon 90% della lettura non accade praticamente niente e poi avviene tutto insieme nel finale, in cui vengono svelati segreti e l’azione alza finalmente il livello di attenzione di un lettore: ci ho messo mesi per leggere 28-30 capitoli e poche ore per divorarne 4-5 (ora non ricordo i numeri esatti).
Posso quindi affermare con certezza che se non fosse stato per il finale avvincente, questo libro non avrebbe di certo raggiunto la votazione che ha ora, e probabilmente non avrei mai iniziato l’ultimo. Ciò è un peccato perché 200 pagine avrebbero potuto essere riassunte in almeno la metà per bilanciare meglio quel poco che accade durante la prima parte, ovvero scene romantiche ormai non più avvincenti (verso la fine si riprendono) e tentativi della protagonista di combattere per la sua causa, che secondo me sono inizialmente esagerati perché non sa effettivamente per cosa sta lottando (e qui l'autrice lascia il suo zampino da onnisciente).
A parte il finale, mi sono piaciuti determinati personaggi, come quello di Cris, che è apparso misterioso e intrigante, a differenza di altri. Cris rimane enigmatico fino alla fine, e anche dopo mantiene comunque il suo fascino.
In conclusione, consiglio di proseguire con la saga a chi ha pazienza perché il ritmo è lento ma il finale davvero avvincente, e vale la pena in ogni caso leggere l'ultimo volume, che non è come questo.

Voto
Pro:


Finale avvincente; buona gestione del mistero; personaggio di Cris.

Contro:


Rapporto tra i protagonisti; ritmo troppo lento per via di mancate capacità riassuntive.


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