Sapete che ultimamente ho passato il tempo leggendo la serie Incarnate di Jodi Meadows, quindi oggi passerò alla recensione dell’ultimo volume. In realtà l’ho finito già da un po’, ma impegni che ho avuto non mi hanno permesso di concludere con i commenti riguardo la serie, quindi eccoci qui.
Titolo originale: Infinite
Serie: Newsoul
Volume: Terzo
Autore: Jodi Meadows
Genere: Fantasy
Sottogenere: Distopico, Romance
Anno: 2014
Sinossi: Ana knows that soon life in Heart will be at risk, so she escapes with her friends, seeking answers and allies to stop Janan's ascension and keep the other Newsouls safe. But only she knows the true cost of reincarnation and the dangers she'll encounter if she returns to stop Janan once and for all.
Recensione
I miei giudizi sono stati molto diversi per ogni libro di questa serie, e questo è stato principalmente perché dal mio punto di vista il secondo libro non sarebbe dovuto esistere. Non è stato altro che un allungamento del brodo per far diventare questa una trilogia, a mio parere. Ma quando ho iniziato il terzo non ne avevo idea, quindi ho temuto che si andasse di male in peggio.
Mi sbagliavo; Infinite inizia in modo piuttosto rapido e mantiene il ritmo per circa tutta la durata della storia. Forse è l’inizio a dover ingranare un po’, ma questo perché viene da un prequel in cui è avvenuto il nulla assoluto, e quindi ci sono spezzoni che ci introducono all’azione che verrà poi.
In Infinite vengono svelati moltissimi segreti, forse troppi, che sarebbero potuti essere diluiti nel corso del secondo volume in modo da renderlo più attraente. Ma per quanto riguarda solamente questa lettura non mi lamento poiché i colpi di scena la mantengono sempre viva e coinvolgente, e mischiati all’avventura che finalmente viene narrata rendono questo capitolo finale un gioiellino.
In sostanza credo che valga la pena annoiarsi nel leggere il secondo per, finalmente, veder andare ogni cosa a suo posto. Ci sono moltissimi misteri nel mondo di Range, che rimangono tali fino a più di metà di questo libro, per non dire che alcuni lo restano praticamente fino alla fine. Mi ha fatto piacere dunque ricostruire finalmente il puzzle, anche se avrei preferito iniziare un po’ prima, ma comunque sono soddisfatta dal fatto che l’autrice non ha lasciato niente di incompleto.
C’è forse una piccolissima cosa, verso il finale, che non è spiegata in modo eccelso, ma i personaggi stessi non comprendono la magia che c’è dietro, e allora si capisce l’intenzione dell’autrice di lasciare segreti così reconditi che nemmeno ai protagonisti è dato saperlo: il mondo in cui Range è ambientata (non faccio spoiler) è realistico nella sua fantasia, pertanto non è giusto che si venga a sapere qualsiasi cosa solo seguendo la storia dei protagonisti.
Per quanto riguarda i personaggi, vi avevo accennato quel problema dell’averne troppi. Qui si può dire che è ancora così all’inizio, ma poi accadono delle cose che spingono Ana e i suoi più fedeli amici a separarsi da tutti gli altri, e noi abbiamo la possibilità di focalizzarci in modo più ravvicinato ai pochi che restano, riuscendo a essere più coinvolti.
Il problema del romance troppo smielato qui passa in secondo piano poiché non vi sono molte occasioni, dopo l’inizio, per vedere vicini Ana e Sam. L’ho apprezzato. Non sopportavo più le scene in cui si scambiavano baci e promesse, mi è piaciuto molto di più vedere Ana compiere azioni e decisioni indipendenti senza che consideri Sam come suo cagnolino.
Ana riesce finalmente a fare quel passo avanti che la rende una protagonista cresciuta, si distacca dall’egoismo che l’ha caratterizzata per l’intero scorso volume e viene trasmessa in modo tale che il lettore non può che sentirsi vicino a lei. La vediamo compiere azioni forse un po’ troppo eroiche per la ragazzina che è, tuttavia la storia appare quasi come un disegno già scritto, una specie di compimento di una profezia, sebbene questa non venga mai nominata direttamente. Sembra che il mondo scorra in un determinato modo perché è così che i fatti devono andare, e sia che vogliamo chiamarla fortuna sia destino sia coraggio, Ana qui l’ha avuto.
L’intero volume mi ha quindi parecchio entusiasmata, forse perché non me l’aspettavo, anche se devo ammettere che una volta arrivata al finale credevo di trovare qualcosa di un po’ più “attivo” dal punto di vista dei protagonisti. Ora non mi dilungo perché farei per forza spoiler, ma ciò che non ho apprezzato di questa parte sono stati i continui ostacoli, quasi forzati, che lo hanno protratto per troppo tempo, quasi come se l’autrice continuasse a dirsi “ma non può essere così facile” ogni volta che i protagonisti superavano, perdendo sempre di più, una difficoltà.
In conclusione sono fermamente convinta di aver fatto bene a proseguire sebbene abbia voluto smettere con il secondo. Raccomando a chiunque abbia iniziato la serie di andare avanti come ho fatto io, non ve ne pentirete.
Voto
I miei giudizi sono stati molto diversi per ogni libro di questa serie, e questo è stato principalmente perché dal mio punto di vista il secondo libro non sarebbe dovuto esistere. Non è stato altro che un allungamento del brodo per far diventare questa una trilogia, a mio parere. Ma quando ho iniziato il terzo non ne avevo idea, quindi ho temuto che si andasse di male in peggio.
Mi sbagliavo; Infinite inizia in modo piuttosto rapido e mantiene il ritmo per circa tutta la durata della storia. Forse è l’inizio a dover ingranare un po’, ma questo perché viene da un prequel in cui è avvenuto il nulla assoluto, e quindi ci sono spezzoni che ci introducono all’azione che verrà poi.
In Infinite vengono svelati moltissimi segreti, forse troppi, che sarebbero potuti essere diluiti nel corso del secondo volume in modo da renderlo più attraente. Ma per quanto riguarda solamente questa lettura non mi lamento poiché i colpi di scena la mantengono sempre viva e coinvolgente, e mischiati all’avventura che finalmente viene narrata rendono questo capitolo finale un gioiellino.
In sostanza credo che valga la pena annoiarsi nel leggere il secondo per, finalmente, veder andare ogni cosa a suo posto. Ci sono moltissimi misteri nel mondo di Range, che rimangono tali fino a più di metà di questo libro, per non dire che alcuni lo restano praticamente fino alla fine. Mi ha fatto piacere dunque ricostruire finalmente il puzzle, anche se avrei preferito iniziare un po’ prima, ma comunque sono soddisfatta dal fatto che l’autrice non ha lasciato niente di incompleto.
C’è forse una piccolissima cosa, verso il finale, che non è spiegata in modo eccelso, ma i personaggi stessi non comprendono la magia che c’è dietro, e allora si capisce l’intenzione dell’autrice di lasciare segreti così reconditi che nemmeno ai protagonisti è dato saperlo: il mondo in cui Range è ambientata (non faccio spoiler) è realistico nella sua fantasia, pertanto non è giusto che si venga a sapere qualsiasi cosa solo seguendo la storia dei protagonisti.
Per quanto riguarda i personaggi, vi avevo accennato quel problema dell’averne troppi. Qui si può dire che è ancora così all’inizio, ma poi accadono delle cose che spingono Ana e i suoi più fedeli amici a separarsi da tutti gli altri, e noi abbiamo la possibilità di focalizzarci in modo più ravvicinato ai pochi che restano, riuscendo a essere più coinvolti.
Il problema del romance troppo smielato qui passa in secondo piano poiché non vi sono molte occasioni, dopo l’inizio, per vedere vicini Ana e Sam. L’ho apprezzato. Non sopportavo più le scene in cui si scambiavano baci e promesse, mi è piaciuto molto di più vedere Ana compiere azioni e decisioni indipendenti senza che consideri Sam come suo cagnolino.
Ana riesce finalmente a fare quel passo avanti che la rende una protagonista cresciuta, si distacca dall’egoismo che l’ha caratterizzata per l’intero scorso volume e viene trasmessa in modo tale che il lettore non può che sentirsi vicino a lei. La vediamo compiere azioni forse un po’ troppo eroiche per la ragazzina che è, tuttavia la storia appare quasi come un disegno già scritto, una specie di compimento di una profezia, sebbene questa non venga mai nominata direttamente. Sembra che il mondo scorra in un determinato modo perché è così che i fatti devono andare, e sia che vogliamo chiamarla fortuna sia destino sia coraggio, Ana qui l’ha avuto.
L’intero volume mi ha quindi parecchio entusiasmata, forse perché non me l’aspettavo, anche se devo ammettere che una volta arrivata al finale credevo di trovare qualcosa di un po’ più “attivo” dal punto di vista dei protagonisti. Ora non mi dilungo perché farei per forza spoiler, ma ciò che non ho apprezzato di questa parte sono stati i continui ostacoli, quasi forzati, che lo hanno protratto per troppo tempo, quasi come se l’autrice continuasse a dirsi “ma non può essere così facile” ogni volta che i protagonisti superavano, perdendo sempre di più, una difficoltà.
In conclusione sono fermamente convinta di aver fatto bene a proseguire sebbene abbia voluto smettere con il secondo. Raccomando a chiunque abbia iniziato la serie di andare avanti come ho fatto io, non ve ne pentirete.
Voto
Pro:
Qualsiasi calo abbia avuto il secondo volume, qui è stato annullato; abbiamo più azione, più segreti svelati, più suspense, più introspezione e più focalizzazione su ambienti e personaggi. Ma la parte migliore è senza dubbio più avventura.
Contro:
Giusto l'inizio, che è ancora sulla falsa riga del suo prequel, e il finale, che fa calare di parecchio l'hipe a un certo punto.
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