lunedì 23 novembre 2020

Recensione "Varaldien. L'era dei nuovi uomini" di Lara D'Amore

Koaluch
Buonsalve a tutti, come qualcuno saprà negli ultimi giorni sono stata assorbita dalla lettura di questo bellissimo romanzo, curato nei più piccoli dettagli e assolutamente piacevole da leggere. Premetto e ritengo giusto dire che conosco l'autrice – anche se non di vista, sfortunatamente, perché è davvero una bella persona – ma che la mia opinione non è affatto influenzata da questo in quanto tengo sempre a essere il più possibile sincera e trasparente, sia per gli autori ma specialmente per i lettori. Pertanto ogni mio giudizio che segue tiene conto dell'oggettività che mi impegno sempre a mantenere, e qualsiasi complimento o apprezzamento, Lara se l'è meritato in pura qualità di scrittrice.

Titolo:
 
Varaldien. L'era dei nuovi uomini: 1

Titolo originale: -

Serie: Varaldien

Volume: Primo

Autore: Lara D'Amore

Genere: Fantasy

Sottogenere: M/M, LBGT, Epic Fantasy

Anno: 2020

Descrizione: Il principe Kalahm Aliker cresce e matura come guerriero, nella certezza della fede negli dèi e un sacro ruolo a gravargli sulle spalle. Suo è il compito di condurre a Varaldien gli Evocatori della Luce, semidei gemelli figli di Gaia, signora della Terra e della Luce, affinché il loro potere divenga fulcro di una nuova era per l'umanità. Forte del suo credo e della sua forza dovuta in parte alla veste di Prescelto, parte con un gruppo scelto di soldati per il Gran Deserto di Mohal alla ricerca del tempio di Gaia occultato agli occhi umani. Una vita nella fede, o una morte in nome della libertà? È davvero giusto che il destino venga scritto dagli dèi? Per Kalahm la verità si cela infida tra le sabbie del deserto. Dal viaggio in cui le amicizie, gli inganni e gli amori impossibili si intrecciano fatalmente, ha inizio il tempo del riscatto degli uomini. Il tempo del Caos. Il tempo in cui il Bene e il Male non sono più i vessilli di una parte solamente.

Recensione

Ho iniziato questo romanzo aspettandomi qualcosa di diverso, e ora sono fermamente convinta che non avrebbe potuto essere gestito in modo migliore. Lo stile di Lara D’Amore è particolare, nuovo, unico. Una poesia in prosa che si sposa benissimo con il genere fantasy del romanzo, lasciando procedere la narrazione tra sublimi descrizioni e profonda introspezione. Certi passaggi sono mostrati con una delicatezza unica, altri risultano invece più crudi e spietati, a seconda di come l’autrice vuole farli apparire, ma resta sempre il fatto che i sentimenti del lettore vengono continuamente alimentati da questa caratteristica del romanzo, e pertanto viaggiano sulle esatte linee che l’autrice ha programmato per loro. È una mano esperta quella che tesse i capitoli di Varaldien, che scorrono che una meraviglia uno dopo l’altro, chiedendo sempre di essere iniziati subito dopo che quello precedente sia terminato.
 
Anche la trama è particolare. Mi aspettavo qualcosa che si dinoccolasse su un arco temporale più lungo e prestasse meno attenzione al breve periodo, eppure anche qui sono stata smentita, e sono felice di ciò.
Il viaggio di ritorno a Varaldien per la missione del Prescelto è ciò che prende la maggior parte dei capitoli, ma non è affatto un’avventura come le altre: durante la missione divina di Kalahm Aliker ci troviamo davanti ad avvenimenti originali e impensabili, tanto che è impossibile ipotizzare cosa succederà dopo.

Mi sono ritrovata a temere durante la lettura che una volta arrivata alla fine forse avrei trovato un finale un po’ precoce, ma così non è stato. Sebbene il primo volume si interrompa forse un po’ troppo presto, non ci sono incompletezze e il finale non è sospeso, è semplicemente il compimento di tutto ciò che è avvenuto nelle pagine precedenti, pieno e soddisfacente sebbene debba esserci un seguito, che tra parentesi non vedo l’ora di leggere.

Ma una delle cose che mi è piaciuta più di tutte sono i personaggi; originali, anticonvenzionali, veri. C’è luce e oscurità in ognuno di loro, bene e male, insicurezze e paure e coraggio e lealtà, tutto nei limiti dell’essere umano. Persino i personaggi semi-divini, nella loro distanza dal genere umano, hanno i propri difetti e quelle emozioni che caratterizzano la loro parte umana. Il mio preferito è stato di certo Zoral, personaggio enigmatico da non dare per scontato nonostante sia facile cadere nell’errore nei primi capitoli. Zoral è qualcosa che bisogna comprendere a fondo, che resta un punto interrogativo nonostante tutto, che appare forte sempre, non importa la fragilità dei momenti. È proprio la forza di questo personaggio che me lo ha fatto amare, e pertanto non ho potuto che leggere con il cuore in trepidazione il capitolo extra al termine dell’epilogo, bellissimo. Quest’ultimo si distacca dal resto della storia anche perché scritto con uno stile molto particolare, e qui torniamo al concetto di “poesia in prosa” di cui parlavo prima. Ma solo leggendo potreste capirlo, quindi consiglio vivamente di andare a consumare queste pagine.

Gli altri personaggi sono a loro volta tutti da scoprire, e tutti da amare, dal primo all’ultimo. C’è una costruzione molto articolata di essi, un’analisi molto approfondita di ciò che porta l’antagonista a fare quello che fa, e un finale riguardo quest’ultimo che mi ha lasciata pienamente soddisfatta.

Insomma, per me Varaldien è stato amore e sofferenza, guerra e conquista, lacrime e sorrisi. E ora non posso che attendere in ansia il secondo volume, che spero arrivi presto!


Voto

Pro:
Stile sublime; originalità rara; personaggi.
Contro:
Forse la brevità, ma resta comunque sviluppato tutto al meglio.




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