mercoledì 2 dicembre 2020

Recensione "Il principe prigioniero" di C. S. Pacat

Recensione a cura di Koaluch.
Un'amica mi ha suggerito questa lettura, quindi sebbene non fosse contemplata alla fine mi sono ritrovata a non saper dire di no, anche perché la serie mi ispirava già da tempo e allora mi sono detta "perché no!". Per certi versi la lettura è stata proprio come me la immaginavo, altri dettagli invece sono stati inaspettati, ma nel complesso è stata abbastanza buona come lettura. 

Titolo:
 
Il principe prigioniero

Titolo originale: Captive Prince

Serie: Captive Prince

Volume: Primo

Autore: C. S. Pacat

Genere: M/M

Sottogenere: Fantasy, High Fantasy, LGBT

Anno: 2012

Descrizione: Damen è un guerriero e un eroe per il suo popolo, nonché il legittimo erede al trono di Akielos. Ma quando il fratellastro si impadronisce del potere, Damen viene catturato, privato del suo nome e spedito a servire il principe di una nazione nemica come schiavo di piacere.
Bellissimo, manipolatore e pericoloso, il suo nuovo padrone, il principe Laurent di Vere, rappresenta tutto il peggio della corte di quel paese. Ma all’interno di quella letale ragnatela politica niente è come sembra, e quando Damen si trova, suo malgrado, invischiato nelle macchinazioni per il raggiungimento del potere, è costretto a collaborare con Laurent per sopravvivere e salvare la sua casa.

Per il giovane condottiero, a quel punto, vige una sola regola: non rivelare mai, in nessun caso, la propria identità, perché l’uomo da cui dipende è anche colui che, più di chiunque altro, ha motivo di odiarlo…

Recensione

Ero stata avvertita, eppure non ho potuto fare a meno di provare un moto di delusione per quanto riguarda certi aspetti di questo romanzo. Trovo che il mondo sia stato sviluppato molto bene, così come la cultura dei popoli e i personaggi al di fuori del protagonista: considerato che siamo in un mondo inventato, non ci sono moltissime descrizioni ambientali, tuttavia queste appaiono sempre perfettamente dosate ed evocative, esprimono appieno la sontuosità degli ambienti di corte che ci troviamo a esplorare. Anche i vari personaggi che compaiono sono mostrati poco a poco, e ciò è un bene per la loro caratterizzazione. Giusto qualche volta appaiono un po' ambigui e non si riesce a comprenderli appieno.

Il tasto dolente arriva quando subentra Damen. Stiamo parlando di un ragazzo poco più che ventenne che è stato tradito dal proprio fratello e sottratto agli agi a cui era abituato come principe, maltrattato e seviziato e, ciliegina sulla torta, abusato, seppur – per fortuna – non gravemente come temevo. In tutto questo non abbiamo un accenno ti timore o disturbo da parte sua, né un minimo di introspezione che comunichi al lettore quanto tutto ciò lo stia facendo soffrire psicologicamente, oltre che fisicamente. Damen è il personaggio dalla mente di ferro fin troppo forte per essere realistico, il che è un peccato perché sarebbe bastato davvero poco per renderlo più tridimensionale: non sto infatti dicendo che debba apparire debole, resta pur sempre un principe orgoglioso nonché guerriero, ma nessuno è invincibile.

Una cosa che invece mi è piaciuta molto ed è stata del tutto inaspettata è lo svilupparsi del rapporto tra Laurent e Damen, che mi ero immaginata diversamente ma che è stato meglio di come mi aspettavo. Laurent è un personaggio misterioso e difficile da inquadrare, ma è quel “difficile” che lo rende ancora più affascinante e magnetico. Ho amato il modo in cui si è dimostrato dispotico ma ha comunque mantenuto lealtà e giustizia, almeno nella seconda parte del romanzo, e questo mi ha portato ad amare ogni singola interazione tra i due, sempre inaspettata e condita di dialoghi originali.

A proposito di dialoghi, mentre alcune scene in cui questi sono padroni mi hanno lasciata del tutto rapita, in altre mi sono ritrovata a pensare che il registro utilizzato sia un po' troppo basso e informale per appartenere alla nobiltà, e questo è accaduto in particolar modo con Damen. È vero che spesso è irriverente di proposito, ma per natura i nobili dovrebbero parlare in un certo modo e quindi non venirgli spontaneo utilizzare un registro più basso.

Riguardo ciò che stavo dicendo prima, la trama si divide in due parti: una più lenta e trascinata che è la prima, in cui Damen deve fare i conti con questa sua nuova realtà, l’altra più rapida e incalzante, in cui si viene a conoscenza di molti intrighi di corte e si sviluppa il rapporto tra i due protagonisti. Trovo che quest'ultima abbia uno stile migliore rispetto alla prima, e tutto in generale è un po' più curato.

Il finale è forse un po’ troppo aperto, ma avrei letto il resto della serie in ogni caso quindi non mi ha infastidito.


Voto

Pro:
Ambientazione; particolarità di alcuni personaggi; intrecci interessanti, alcune scene di dialogo.

Contro:
Mancanza di introspezione da parte del protagonista che rovina una parte molto importante del romanzo; semplicità di alcune linee di dialogo.




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