sabato 26 dicembre 2020

Recensione "Kafka sulla spiaggia" di Haruki Murakami

Recensione a cura di Koaluch.
Innanzitutto vi auguro buone feste, cari lettori, anche se quest'anno il tutto ha reso un po' difficile festeggiare; ma spero voi siate stati bene ugualmente. per quanto mi riguarda, non ho avuto molto tempo per leggere, ma questo libro l'ho finito prima che iniziassero le vacanze, è solo che ho avuto bisogno di un po' di tempo per meditarci sopra prima di stendere la recensione, perché non è un romanzo che si può giudicare a cuor leggero.

Titolo
: 
Kafka sulla spiaggia

Titolo originale: 海辺のカフカ Umibe no Kafuka

Serie: -

Volume: -

Autore: Haruki Murakami

Genere: Fantasy contemporaneo

Sottogenere: Mistero, Narrativa contemporanea

Anno: 2008

Descrizione: Un ragazzo di quindici anni, maturo e determinato come un adulto, e un vecchio con l'ingenuità e il candore di un bambino, si allontanano dallo stesso quartiere di Tokyo diretti allo stesso luogo, Taka-matsu, nel Sud del Giappone. Il ragazzo, che ha scelto come pseudonimo Kafka, è in fuga dal padre, uno scultore geniale e satanico, e dalla sua profezia, che riecheggia quella di Edipo. Il vecchio, Nakata, fugge invece dalla scena di un delitto sconvolgente nel quale è stato coinvolto contro la sua volontà. Abbandonata la sua vita tranquilla e fantastica, fatta di piccole abitudini quotidiane e rallegrata da animate conversazioni con i gatti, dei quali parla e capisce la lingua, parte per il Sud. Nel corso del viaggio, Nakata scopre di essere chiamato a svolgere un compito, anche a prezzo della propria vita. Seguendo percorsi paralleli, che non tarderanno a sovrapporsi, il vecchio e il ragazzo avanzano nella nebbia dell'incomprensibile schivando numerosi ostacoli, ognuno proteso verso un obiettivo che ignora ma che rappresenterà il compimento del proprio destino. Diversi personaggi affiancano i due protagonisti: Hoshino, un giovane camionista di irresistibile simpatia; l'affascinante signora Saeki, ferma nel ricordo di un passato lontano; Òshima, l'androgino custode di una biblioteca; una splendida prostituta che fa sesso citando Hegel; e poi i gatti, che sovente rubano la scena agli umani. E infine Kafka. "Uno spirito solitario che vaga lungo la riva dell'assurdo". 

Recensione

È un libro che si legge senza fretta ma che, nonostante ciò, ti tiene attaccato alle pagine. Lo stile di Murakami non ha niente di sfarzoso, specie nella parte in cui il protagonista quindicenne è la voce narrante, ma risulta comunque magico e magnetico, con un retrogusto di semplice complessità che solo leggendo si può comprendere appieno. Non so come l’autore ci sia riuscito, ma ha reso i capitoli scorrevoli e leggeri pur mantenendoli corposi e carichi di significato. Sì, sembrerebbe un controsenso, ma anche stavolta leggere per credere.

Seppur si alternino per tutto il romanzo due diverse linee narrative ben distinte tra loro, non mi sono mai ritrovata a sbuffare per il cambio di pov, cosa che a volte mi succede in quanto “lettore sensibile”. Qui però entrambe le sottotrame erano così interessanti e misteriose che divoravo capitoli pur di continuarle entrambe, con il medesimo desiderio!
A volte ho avuto l’impressione, mai smentita, che certi dialoghi venissero inseriti solo per parlare delle conoscenze dell’autore sul campo culturale, sia perché quest’ultimo voglia inviare un insegnamento, sia perché magari gli fa semplicemente piacere parlarne, o che i suoi personaggi ne parlino. Tuttavia sono presenti alcune linee di dialogo o alcune parti narrative che contengono informazioni non utili ai fini della trama, che a mio avviso avrebbero potuto (e forse dovuto) non essere presenti. Ma restano comunque sparsissime piccolezze, dalle quali comunque io, da lettrice paziente, ho tratto il massimo e ho appreso.

Kafka sulla spiaggia è basato sul famoso mito greco di Edipo. Non un re-telling, bensì un romanzo tutto da scoprire che fonda le sue radici su un qualcosa di simile ma che ne stravolge ogni fattore, facendo suo ogni intreccio. E di intrecci ce ne sono tanti; molti più di quanti se ne possono immaginare all’inizio, o a fine lettura, se non ci si ha ragionato su.

Ma stavo dicendo, riguardo il mito di Edipo, che pur essendo il romanzo ispirato ad esso, non mi ha convinto il fatto che spesso e volentieri fosse tirato in ballo il fattore sessuale anche se non c’entrava molto o comunque poteva essere evitato. Questa è una delle tematiche a cui la storia gira attorno, ma non sempre è un fattore fondamentale e a volte risulta di troppo. 
Ma – se chiudiamo gli occhi davanti all’altra linea narrativa – possiamo anche giustificare il fatto dicendo che comunque il protagonista è un quindicenne e quindi nel pieno dell’età dello sviluppo.

A tal proposito, Murakami è stato così bravo a calarsi nei panni di un adolescente, anche se si è perso a volte in un bicchier d’acqua: Tamura Kafka infatti appare troppo spesso troppo colto per un semplice quindicenne che, seppur molto intelligente, ha fatto la vita che ha fatto lui. A volte Kafka usa espressioni troppo da adulto persino per essere così colto e intelligente, cose del tipo “barba di tre giorni”, che non possono essere pensieri che fa un ragazzino poiché sono fatti che non nota, e/o non possono rientrare nel suo linguaggio abituale. Ma anche queste sono sottigliezze, che in tutte queste 500 e più pagine saltano all’occhio pochissime volte.

In realtà alla fine molte cose passano in secondo piano quando ci si ritrova a riflettere sul significato di certe questioni lasciate aperte. Kafka sulla spiaggia è un romanzo che non descrive, non rivela, che lascia molto spazio all’interpretazione, e proprio questo suo essere misterioso lo contraddistingue rendendolo molto particolare.

Non ho ancora letto altro di questo autore, ma dopo di questo sono certa che non mi deluderà. 


Voto

Pro:
Stile evocativo; intricatezza; particolarità degli intrecci; originalità; ermetismo.

Contro:
Presenza di alcuni dettagli che potevano essere eliminati, ma è una cosa che accade di rado. Kafka si presenta a volte un po' troppo mentalmente al di fuori della propria età.




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