venerdì 12 febbraio 2021

Recensione “La Notte del Kaiju” di Cristopher Sabir

Recensione a cura di Koaluch.

Ammetto che volevo leggere quest’opera già da un po’, ma non l’ho mai fatto per il sovraffollamento di letture che non mi lasciavano mai il tempo. È stato l’autore stesso a contattarmi per chiedermi una recensione, e ancora lo ringrazio molto per la copia ebook che mi ha fornito. Per questo cercherò di impegnarmi il più possibile a trasmettervi ciò che il romanzo ha trasmesso anche a me :)

Titolo:
 
La Notte del Kaiju

Titolo originale: -

Serie: -

Volume: -

Autore: Cristopher Sabir

Genere: Horror

Sottogenere: Fantascienza, Fantasy, Fantasy contemporaneo, Apocalittico

Anno: 2020

Descrizione: Ci è piombata addosso improvvisa, violenta.Non eravamo pronti...La catastrofe ci ha spazzati via.Sono passati anni da quella notte in cui tutto è iniziato e il mondo non è più come lo conoscevamo. Non sappiamo come, non sappiamo nemmeno perché, ma abbiamo perso il posto che detenevamo in cima alla catena alimentare. Viviamo rintanati sotto terra come insetti o vagabondiamo tra le città in rovina come lupi rognosi, pronti a tutto pur di sopravvivere su quella che è diventata la loro Terra. Ho visto con i miei occhi di cosa sono capaci, quanta distruzione e morte portino ovunque vadano, ma io sono ancora qui e ho intenzione di non cedere. E molti altri come me.Questa è la storia di come sono sopravvissuto all'inferno. Che nel momento più buio per noi, possa alimentare la speranza. L'umanità può ancora alzare la testa, non tutto è perduto. Il nostro destino è appeso a un filo sottilissimo, ma faremo di tutto, farò di tutto, per trasformare quel filo in una corda solida e resistente.I tempi sono maturi.La Notte del Kaiju tramonterà e una nuova Alba dell'Uomo sorgerà, questo io vi prometto.

Recensione


Questo è un romanzo di sicuro lontano dal mio genere abituale, eppure mi ha appassionata moltissimo. E non è soltanto di un genere che non leggo, ha un’originalità tutta sua, che lo distingue dagli altri per via di protagonisti e situazioni del tutto fuori dal comune.

L’ho finito in pochissimo tempo, e non solo perché è di per sé breve. La notte del Kaiju ha un ritmo spedito, incalzante, e la suddivisione in capitoli corti ma sempre pieni di colpi di scena non fa che aumentare questa rapidità narrativa, che però non è mai trascurata. 


Pur essendo la storia breve, i personaggi sono ben delineati, realistici, e mi ci sono affezionata in poche righe (e di conseguenza ho sofferto a ogni loro sfortuna, per non usare altri termini). E questo vale anche per quelli che appaiono per pochi capitoli, o quelli secondari. Anzi, è davvero apprezzabile come l’autore sia riuscito a rendere questi ultimi così tridimensionali.

Un personaggio a cui mi sono in particolare inevitabilmente affezionata è Hawthorne, che subisce  un grande cambiamento e una grande crescita nel corso delle pagine. Ma in generale crescono tutti quanti, ed è questo il bello.


So di per certo che non è facile gestire protagonisti bambini. Io, pur essendo scrittrice, non ci ho mai provato e un po’, lo ammetto, è per il timore di non renderli pienamente realistici. Eppure qui troviamo il protagonista interamente adatto al ruolo, non capita mai che abbia uscite inappropriate o troppo adulte per la sua età, così come Naomi.


Avrei forse solo preferito un po' di approfondimento sui sentimenti di lui alla morte dei suoi genitori, perlomeno all'inizio. Dopo non c'è molto tempo per rifletterci su, ma quando la loro morte è recentissima, diciamo prima che inizino a girare per le strade le melme assassine, mi sarei aspettata un po' più di sofferenza da parte sua. Ma è solo all'inizio, poiché dopo il protagonista non ha modo di pensare a niente.


Solo una cosa mi ha lasciata un po’ nel dubbio... Il protagonista non ha il nome? Avevo fatto un lungo sproloqui qui sulla mia quasi-certezza che non venga mai nominato, poi parlando con l'autore ho realizzato che effettivamente no, il nome non viene mai detto. E che è stata una scelta consapevole e contemplata, così come quella di non descriverne l'aspetto. Personalmente sono del tutto d'accordo sul fattore aspetto: il protagonista parla in prima persona e pertanto non avrebbe senso descriversi, non c'è mai occasione per lui di dire qualcosa sul proprio aspetto fisico e mi pare più che naturale che non ne faccia cenno. Per quanto riguarda il nome invece ho più di qualche dubbio. Un nome aiuterebbe il lettore a imprimerselo bene nella mente, a dare appunto una definizione al suo personaggio, che di per sé non si scorda facilmente. Non so, sembra quasi incompleto senza nome, ma comunque è una scelta che spetta all'autore, e questo è solo il mio pensiero personale.


Tornando a noi; la storia non è la solita con lieto fine, qui abbiamo imprevisti e colpi di scena, che restano crudeli e affascinanti fino all’ultimo; ho apprezzato molto le svariate descrizioni dei Kaiju, che mi hanno permesso di immaginarmeli come più al mio cervello piaceva, e questo ha creato nella mia testa le immagini mostruose a cui sicuramente l'autore puntava.

Alla fine, quando crediamo che finalmente i nostri piccoli protagonisti potranno avere un po’ di riposo, la trama prende pieghe lugubri che non ci permettono di rilassarci, ancora una volta dobbiamo divorare le pagine per sapere cosa accadrà. Il finale è ottimo sotto il mio punto di vista: la storia trova in qualche modo una sua conclusione, però resta comunque un nuovo inizio per un secondo volume che si prospetta molto interessante! 


Voto
Pro:
Personaggi; rapidità narrativa; gestione delle descrizioni;
Contro:
Introspezione iniziale del protagonista un po' carente.


Nessun commento:

Posta un commento